E’ quanto emerge dai dati dall’indagine condotta dall’istituto EURES su economia circolare e consumi sostenibili, svolta in tutta Italia su un campione di più di 1000 famiglie per conto di ADOC-Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon-Unione per la Difesa dei Consumatori e Unione Nazionale Consumatori (UNC) nell’ambito dell’attività finanziata dal MIMIT.
I risultati complessivamente emersi dall’indagine certificano l’affermazione di una nuova cultura della sostenibilità e del valore dell’economia circolare, soprattutto tra i giovani e nelle famiglie con figli, dove l’attenzione al futuro del pianeta diviene una responsabilità collettiva di cui farsi carico in prima persona.
Le famiglie italiane sono sempre più attente ai temi legati all’ambiente, alla mobilità, al consumo sostenibili: 8 italiani su 10 considerano la sostenibilità ambientale un criterio di scelta nei comportamenti quotidiani, mentre ritengono che le questioni legate al cambiamento climatico e all’economia circolare siano una vera emergenza e che il livello di attenzione mostrato dalle istituzioni italiane verso queste tematiche negli ultimi dieci anni sia insufficiente. In particolare, sulla gestione dei rifiuti, l’89,5% delle famiglie dichiara di differenziare correttamente i rifiuti (sempre o spesso).
Ad ostacolare maggiormente il corretto conferimento sono la scarsa chiarezza sulla composizione/materiali degli imballaggi (55,7%), l’inadeguata gestione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti (52,4%, che raggiunge il 64,9% al Centro, scendendo al 39,1% al Nord) e la mancanza di infrastrutture adeguate (49,4%, che sale al 57,3% al Centro, contro il 40,6% al Nord). Per incentivare il corretto smaltimento dei rifiuti il 62,4% delle famiglie chiede di aumentare i vantaggi in bolletta per le famiglie virtuose.
Per quanto riguarda il tema della mobilità sostenibile, il livello di attenzione risulta più elevato tra le famiglie giovani (55,9%) tanto da ridursi al valore minimo di 42,2% tra le famiglie anziane. I comportamenti “sostenibili” più diffusi sono quello di spostarsi a piedi laddove possibile (68,2%) e di adottare uno stile di guida efficiente (60,2%). A limitare maggiormente una mobilità “sostenibile” sono fattori strutturali, quali un’offerta di trasporti pubblici inadeguata (78,8%), la necessità di effettuare quotidianamente spostamenti lunghi nel minor tempo possibile (76%), i tempi più lunghi per gli spostamenti con i mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi (75,5%) e la mancanza di infrastrutture e servizi adeguati (71,1%). Proprio in relazione a questo ultimo dato, la principale “soluzione”, indicata dal 63,5% delle famiglie, è quella di rendere più efficiente il trasporto pubblico locale (76,3% tra le famiglie del Centro Italia) e per il 59,7% di aumentare i finanziamenti per l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale.
Sull’alimentazione sostenibile l’83% delle famiglie evidenzia un livello di attenzione elevato (il 29,4% “molto” e il 53,6% “abbastanza”) verso le tematiche connesse alla riduzione dello spreco alimentare e all’alimentazione sostenibile, conservando (spesso o sempre) in maniera attenta e corretta gli alimenti (88,9%), acquistando preferibilmente prodotti di stagione (81,3%) o utilizzando gli avanzi per la preparazione di altri piatti (79,3%). Il 72,5% acquista inoltre regolarmente quantità di cibo necessarie al consumo giornaliero e il 54,9% acquista prodotti a Km0. Soltanto un terzo delle famiglie invece acquista regolarmente prodotti “etici” e “sostenibili” (33,9%) o dona cibo in eccesso a familiari, amici, vicini, persone bisognose (33,3%). Complessivamente, le famiglie intervistate stimano di sprecare mediamente il 10,1% del cibo acquistato, con una riduzione rispetto a quanto rilevato da indagini precedenti. Questi dati evidenziano un cambiamento culturale significativo verso un consumo più consapevole e responsabile. Ad ostacolare maggiormente l’adozione di comportamenti alimentari “sostenibili”, secondo le famiglie intervistate, sono soprattutto i prezzi più elevati dei prodotti alimentari sostenibili (69,9% di indicazioni). Coerentemente, i principali interventi per sostenere la diffusione di comportamenti alimentari sostenibili sono indicati nella riduzione/azzeramenti delle imposte sui prodotti sostenibili (57,2%) e nella scontistica sui prodotti vicini alla scadenza (48,5%). Circa un terzo degli intervistati ritiene inoltre utili campagne di comunicazione e informazione attraverso i mass media (34,1%) o nelle scuole/luoghi di lavoro (33,8%).
Sul Packaging intelligente, overpackaging ed ecolabeling dei prodotti un quarto delle famiglie italiane intervistate (24,2%) dichiara di non avere alcuna conoscenza del packaging intelligente/sostenibile e della “shrinkflation”; soltanto il 29,9% afferma di avere una conoscenza esatta di questi temi.
Il termine shrinkflation deriva dall’unione di due termini inglesi: il verbo to shrink, ovvero restringere, e il termine inflation, ovvero la crescita generale dei prezzi. Il risultato che si ottiene da questo fenomeno è un tentativo di ridurre lo spreco ma, soprattutto, un aumento dell’inflazione ai danni del consumatore.
Soltanto una minoranza delle famiglie intervistate adotta regolarmente i diversi comportamenti sostenibili riguardo il packaging.
Tre le soluzioni proposte: ridurre la tassazione sui prodotti con etichettatura green/con marchio Ecolabel (46,7%); realizzare campagne di informazione, comunicazione e formazione (45,7%); aumentare i finanziamenti e gli incentivi fiscali per le aziende che realizzano imballaggi intelligenti e/o sostenibili (43,7%).Sugli Investimenti green e finanza sostenibile soltanto un quarto degli intervistati si dice informato (il 26,3%), mentre il 22,7% non ha alcuna conoscenza degli investimenti green e della finanza sostenibile in termini sociali e ambientali (27,8% tra gli anziani). Tra gli ostacoli al primo posto si colloca la scarsa promozione delle banche a vendere/sponsorizzare tali prodotti (76,1%) o comunque l’assenza di grandi gruppi bancari attenti al tema della finanza sostenibile (71,8%), associata alla scarsa conoscenza di questa opportunità (73,9%).
Per incentivare la scelta verso gli investimenti green il 46,1% delle famiglie riterrebbe utile la realizzazione di campagne di comunicazione, formazione e informazione attraverso mass media ed eventi e il 39,9% nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Alla luce dei dati soprariportati emerge che fare la raccolta differenziata, spostarsi a piedi, non sprecare cibo, preferire packaging sostenibili e investire secondo criteri etici, sociali e ambientali non sono solo comportamenti virtuosi, ma veri e propri stili di vita, che i consumatori italiani adottano, o vorrebbero adottare, sempre più, per contribuire in modo significativo alla sostenibilità del nostro Paese. Rispondere a questa crescente esigenza dei consumatori richiede un impegno forte da parte del Governo per accelerare il cambiamento e agevolare la transizione verso modelli di consumo più sostenibili, adottando un approccio integrato, che coinvolga sia le Istituzioni e la politica che i singoli consumatori al fine di rimuovere le criticità e affrontare efficacemente le sfide ambientali attuali.